Innanzitutto serve fare un piccolo preambolo e spiegare che cosa sia realmente una messa Gospel e da cosa nasce tutto.
Il Gospel è una musica di protesta, una musica di speranza nata nei primi del Seicento nell’America della tratta Atlantica, una pratica che consisteva nel deportare schiavi africani nel nuovo mondo. I primi canti che furono elaborati dalle comunità afroamericane erano le work songs – i canti del lavoro – che alleviavano le fatiche e le sofferenze, distraendo dalla monotonia della vita quotidiana. Era un modo per darsi un ritmo e coordinare i movimenti. Un mezzo per sopportare le difficoltà.
Il Gospel come lo conosciamo oggi nasce effettivamente nel 1865, quando venne abolita la schiavitù: da quel momento il patrimonio dei canti religiosi afroamericani venne raccolto e combinato con le recenti sonorità del jazz e del blues, creando un vero e proprio genere musicale.
Se oggi pensiamo al Gospel ci vengono in mente film come Sister Act oppure i canti natalizi nelle chiese di New York: scene viste in numerosi film che fanno inevitabilmente parte di noi e che ognuno ha sognato di vedere dal vivo almeno una volta.
Io e Beps abbiamo realizzato questo sogno e non possiamo ancora crederci.
Ci siamo recati ad Harlem con l’intento di partecipare ad una messa Gospel. Intorno a noi c’erano diverse chiese (anzi, sembravano dei veri e propri teatri) e fuori da ognuno c’erano file piene di persone che aspettavano di entrare per partecipare alla messa. Questa cosa non ci convinceva molto, non stavamo cercando qualcosa di commerciale o degli spettacoli di canto. Avremmo voluto participare ad una vera e proprio messa, parlata e cantata.
Così decidiamo di fare due passi. Ad un certo punto eravamo su un marciapiede e alla nostra sinistra c’era una porta d’ingresso con su scritto “church”. Beh, a quanto pare era una chiesa ma sembrava più un appartamento privato. Neanche il tempo di farci due domande che si avvicina una gentile signora e ci chiede se fossimo lì per partecipare alla messa. Rispondiamo di sì e la signora ci accompagna all’interno e ci fa accomodare.
Eravamo proprio in un appartamento privato, dove al piano interrato vi era una stanza con qualche sedia, al fondo della stanza un microfono ed un piccolo pianoforte.
Ci sediamo e da quel momento inizia una delle esperienze più belle e significative della nostra vita.
Abbiamo passato un’ora di pura vita. Il sermone parlava di amore. L’amore per la propria famiglia, per i propri cari. L’amore per la vita. Il modo di parlare del pastore era motivante ed elettrizzante. Aveva il potere di dare una carica fortissima e di trasmetterti una fortissima voglia di vivere. Loro parlavano e, senza che ce ne rendessimo conto, le loro parole prendevano ritmo e si trasformavano in musica. Tutto in armonia. Il ragazzo che suonava il pianoforte era perfettamente in sintonia con le parole del pastore. Le voci così profonde e basse delle persone che cantavano facevano venire i brividi. Poi c’erano le voci forti, acute. I bambini di due anni andavano a ritmo con il tamburello, era una cosa veramente particolare, fuori dal mondo. Tutti a ritmo, ad un unico ritmo che si allineava con i battiti del nostro cuore.
Ci sembrava davvero di essere in un film, ma soprattutto di essere in famiglia, perché tutti ci sorridevano con amore, ci abbracciavano e ci facevano sentire parte di quel momento così magico.
A fine messa hanno spostato tutte le sedie, creando un cerchio. Le useranno per fare pranzo, perché alla fine di ogni messa ognuno porta qualcosa da mangiare (il soul food, il cosiddetto cibo dell’anima) in modo da consumarlo tutti insieme come un’unica grande famiglia. Ci chiesero se volessimo fermarci ma non avevamo più tempo a disposizione.
Giunto il momento di andare, salutiamo tutti, come se li avessimo conosciuti da sempre. Loro ci salutano e ci abbracciano con calore dicendo di non dimenticarci di loro.
E come potremmo mai dimenticarcene?
Saremo per sempre grati ad Harlem per averci fatto vivere queste emozioni. Speriamo che ci sia nuovamente modo di tornare e rivivere quei momenti pieni d’amore.
Questa è un’esperienza che ci sentiamo di consigliare con tutto il cuore. Se deciderete mai di visitare Harlem non scegliete le “chiese-teatro” ma cercate di puntare su questi piccoli gioielli nascosti.
Anche io ho partecipato un paio di volte ad una messa “Gospel”, la prima pre 11 settembre
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